domenica 24 luglio 2011

Certosa, al centro estivo chiusi nell’aula

CERTOSA Poco spazio, caldo soffocante nelle giornate afose, costi eccessivi. Le famiglie bocciano il centro estivo per i bambini della materna. «Doveva essere svolto nei locali delle elementari – dice una mamma – ma a pochi giorni dal via ci hanno comunicato che sarebbe invece stato effettuato nella vecchia aula dell’asilo. Dove ci saranno sì e no 50 metri quadrati per venti bambini». D’estate, con il caldo, non è il massimo fanno notare alcuni genitori. Visto anche il costo, 85 euro a settimana per bambino. «Il servizio è indispensabile, per carità, e meno male che c’è – sottolinea un’altra signora – ma poteva essere organizzato decisamente meglio dal Comune». Anche l’opposizione critica la scelta dell’amministrazione. «Meglio sarebbe stato – dicono i consiglieri della lista “Di più per Certosa” – procedere come stabilito, dal punto di vista logistico, a svolgere il centro estivo per i bambini della materna nei locali della scuola elementare. In alternativa, si poteva valutare l’ipotesi dell’utilizzo dei locali dell’oratorio, molto più ampi e con spazi esterni all’ombra e già attrezzati. Inoltre il programma previsto doveva essere basato sullo sport, tanto che era stato chiesto un certificato medico con ulteriore spesa di 35 euro. Anche qui le cose sono cambiate perchè il progetto educativo è basato sulla psicomotricità e quindi senza obbligo di certificato medico». A conti fatti, stando alla minoranza, per 3/4 settimane si arriva a spendere fino a 340 euro per bambino. Cifra che, naturalmente, raddoppia se i figli sono due. Tutto ciò per portare i piccoli in due locali angusti, di cui uno adibito a mensa. Fuori, è vero, c’è un piccolo giardino. Ma a parte le prime ore del mattino, il sole ci batte a picco per buona parte della giornata. Il sindaco, dal canto suo, difende la scelta che definisce «obbligata». «Sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione presso i locali della materna – prosegue – pertanto siamo stati costretti ad utilizzare la vecchia aula che viene usata, appunto, per le situazioni di emergenza». L’edificio in cui i bambini vengono ospitati è privo di impianto di condizionamento. Nelle giornate più afose, si tengono aperte porte e finestra per far passare un po’ d’aria. Petrini ammette il problema: «A volte fa caldo, è vero. Ma, lo ripeto, non c’erano altre alternative in questo periodo. Se non quello di sospendere il servizio. Ma non credo che le famiglie sarebbero state molto contente se avessimo preso questa decisione. In ogni caso, abbiamo avvertito per tempi i genitori del cambio di programma e nessuno ha avuto nulla da dire». (g.s.) 

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